Marzo

6 Marzo

- Il 6 marzo 1869 Dmitrij Ivanovič Mendeleev presentò la relazione “L'interdipendenza fra le proprietà dei pesi atomici degli elementi” alla Società Chimica Russa che aveva fondato con altri quello stesso anno: fu la nascita ufficiale della prima tavola periodica degli elementi così come oggi la conosciamo.

Sebbene quello non fosse il primo tentativo di classificazione, la tavola proposta dal chimico russo aveva la caratteristica unica di prevedere l'esistenza e le proprietà chimico-fisiche degli elementi sconosciuti e dei loro composti con impressionante precisione.

7 Marzo

- “Nella scienza esiste solo la Fisica, tutto il resto è collezione di francobolli!

Con questa battuta un giovane scienziato neozelandese amava stupire gli studenti di Cambrige, dove era arrivato con una borsa di studio post-laurea, inconsapevole che da fisico sarebbe diventato anche uno dei chimici più importanti e prolifici del Novecento, vincendo pure il premio Nobel per la Chimica nel 1908.

Ernest Rutherford iniziò i suoi studi sulla radioattività proprio mentre era a Cambrige, ma fu in seguito al trasferimento in Canada, nel 1898, che il lavoro che gli valse il Nobel si concluse con la dimostrazione che la radioattività era dovuta al decadimento spontaneo di alcuni atomi e caratterizzata per di più da un preciso tempo di dimezzamento specifico per ciascun campione. Grazie a questa scoperta riuscì inoltre a determinare l'età effettiva della Terra che si rivelò essere molto più vecchia di quanto si credesse all'epoca; inoltre coniò per le particelle responsabili della radioattività i termini di raggi alfa e beta.

Contrariamente a quanto avviene di solito, Rutherford ebbe la particolarità di aver fatto la sua scoperta più importante dopo aver già vinto il premio Nobel; nel 1909 Hans Wilhelm Geiger e Ernest Marsden eseguirono, sotto la sua attenta direzione, l'esperimento della lamina d'oro: concepito per provare la validità del modello atomico di Thomson, detto modello a panettone, prevedeva l'invio di un fascio di particelle alfa su un sottile foglio d'oro circondato da solfuro di zinco usato come rivelatore. I risultati furono contrastanti con quanto atteso: le deflessioni dei raggi, maggiori di quelle previste, lo portarono a concepire un atomo con un minuscolo centro massiccio, che chiamò nucleo, nel quale si concentrava la carica positiva. Il 7 Marzo 1911 annunciò la sua scoperta alla comunità scientifica, ponendo così le basi per la costruzione da parte di Niels Bohr del suo modello atomico.

Ernest Rutherford fu inoltre il primo uomo nel 1919 a trasmutare un elemento, per la precisione l'azoto in ossigeno; mentre, lavorando con Bohr, avanzò l'ipotesi dell'esistenza di particelle neutre, neutroni, in grado di aumentare le forze nucleari attrattive e giustificare così la mancata disintegrazione degli atomi pesanti.

11 Marzo

11 Marzo:
Fatto il Polipropilene

Così Giulio Natta scriveva nella sua agenda nel 1954 senza sapere che quel giorno avrebbe rivoluzionato il mondo della plastica: per la prima volta fu sintetizzato il polipropilene (PP) isotattico, ovvero i cui i gruppi laterali (CH₃) sono tutti dal medesimo lato della catena principale.
L'importanza industriale è enorme: ad esempio il polipropilene isotattico è una plastica rigida e leggera oggi divenuta ubiquitaria, mentre il polipropilene atattico una gomma pressoché priva di applicazioni pratiche.

Nel 1952 a Francoforte Natta partecipò ad una conferenza in cui il professor Karl Ziegler, direttore del Max Planck Institute di Mühlheim, spiegava come, per la prima volta, fosse riuscito ad oligomerizzare l'etilene in un processo catalizzato da alluminio trietile (AlEt₃), nel quale quindi i monomeri si inserivano all'interno di un legame metallo-carbonio.
Tornato al Politecnico di Milano iniziò a lavorare, assieme ai suoi collaboratori, sulla stessa reazione notando ben presto che l'aggiunta al catalizzatore di altre specie composte da metalli di transizione (tra tutte TiCl₄) permetteva la polimerizzazione dell'etilene già a temperatura ambiente.

Le nuove condizioni portarono il chimico al successo là dove Ziegler era riuscito al massimo ad ottenere il dimero, ossia a sintetizzare il polimero del propilene; ma non solo, infatti il nuovo materiale aveva delle caratteristiche uniche derivanti dalla disposizione spaziale dei suoi atomi, tanto che fu lo stesso Natta a coniare il termine “isotattico”.

La scoperta ebbe subito un impatto mondiale ed il riconoscimento da parte della comunità scientifica fu enorme, ad esempio nel 1961 il Journal of Polymer Science, all’epoca una delle più quotate riviste scientifiche nel campo dei polimeri, dedicò un numero a Natta chiamandolo il padre dei polimeri stereoregolari.

Nel 1963 Ziegler e Natta condivisero il Nobel per la Chimica e, ad oggi, questo è stato l'unico premio Nobel italiano in questa disciplina; nelle motivazioni del premio si legge che “prima di Natta soltanto la Natura con i suoi enzimi era riuscita a creare polimeri che avessero caratteristiche spaziali definite e riproducibili” e questa è stata la vera, grande vittoria di Giulio Natta.

Per chi desiderasse approfondire è disponibile qui la Nobel Lecture scritta da Giulio Natta in cui spiega in maniera divulgativa il lavoro che lo ha portato a tale riconoscimento.

12 Marzo

- Il 12 Marzo 1838 nasceva il chimico inglese William Henry Perkin; il suo nome è legato indissolubilmente alla chimica dei coloranti in seguito alla scoperta della mauveina o “porpora di anilina” il composto viola che lo ha reso celebre in quanto è stato il primo ad essere sintetizzato artificialmente.

La mauveina è stata scoperta per caso nel 1856 dall'allora diciottenne Perkin, che stava cercando di sintetizzare un vaccino antimalarico a base di chinino raccogliendo la sfida del suo professore August Wilhelm von Hofmann.
Durante il lavaggio della vetreria, in seguito ad un apparentemente "fallimentare" produzione di precipitato, il chimico si accorse che tale solido nerastro, ottenuto casualmente, se disciolto nell'alcool dava luogo ad una colorazione purpurea.
Da lì Perkin ebbe l'intuizione di utilizzare quel composto come colorante, brevettò la sostanza ed iniziò la sua produzione in larga scala sotto il nome di "porpora di anilina". Il nome mauveina si riferisce invece al fiore della malva.

17 Marzo

- Il primo documento ufficiale in cui viene riconosciuta l'esistenza del bromo risale al 1826 e porta la firma di Antoine-Jérôme Balard; in realtà l'anno precedente un giovane studente di chimica aveva già identificato il nuovo elemento.

Carl Jacob Löwig, futuro chimico tedesco, nell'estate del 1825 scoprì, trattando alcuni campioni di minerali ed acque con cloro ed estraendo con etere dietilico, un liquido rosso che sviluppava vapori dello stesso colore ed aveva un odore sgradevole.

L'autunno seguente, durante il suo anno da matricola a Heidelberg, parlò della scoperta con il suo professore Leopold Gmelin che intuì le potenzialità della scoperta e lo incoraggiò a produrne quantità maggiori in modo da poterlo analizzare in dettaglio; purtroppo l'inverno, gli esami e le vacanze ritardarono il lavoro abbastanza a lungo da essere preceduti da Balard nella pubblicazione della scoperta del nuovo elemento a cui fu attribuito il nome bromo dalla parola greca per fetore, puzza.

Le potenzialità di Löwig non restarono comunque nascoste e lo portarono in seguito ad essere il successore di Robert Bunsen all'Università di Breslavia.

Il chimico tedesco è nato il 17 Marzo 1803.

19 Marzo

- Il chimico inglese Walter Norman Haworth è stato il primo nel 1934 a realizzare in laboratorio la sintesi della vitamina C dopo averne dedotto la corretta struttura l'anno precedente.

Grazie a questi studi, e ai precedenti lavori sui carboidrati, il chimico inglese fu insignito nel 1937 del premio Nobel per la chimica in condivisione con il chimico svizzero Paul Karrer che si occupava invece di vitamine e carotenoidi.

La necessità di avere un'idea sulla disposizione spaziale degli atomi nei carboidrati lo portò inoltre ad ideare un nuovo tipo di rappresentazione che grazie alla prospettiva rispecchiasse la struttura tridimensionale di tali molecole anche su un semplice foglio di carta: nacque così la proiezione di Haworth, un tipo di rappresentazione semplificata che ancora oggi viene utilizzata soprattutto con monosaccaridi o molecole cicliche.

Il chimico inglese è nato il 19 Marzo del 1883 ed è scomparso lo stesso giorno nel 1950.

20 Marzo

- Il 20 Marzo 1800 il conte Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta (comunemente Alessandro Volta) scrisse un articolo indirizzato alla London Royal Society per descrivere il primo dispositivo mai creato per la produzione di energia elettrica: la pila.

La pila di Volta era costituita da una colonna di più elementi, detti elementi voltaici, ciascuno dei quali composto da un disco di zinco sovrapposto ad uno di rame ed uniti attraverso uno strato intermedio di feltro o cartone imbevuto di una soluzione salina o di acido solforico; collegando gli estremi superiore ed inferiore della pila per mezzo di un conduttore elettrico si produceva un flusso di corrente continua. Volta notò inoltre che al posto del rame era possibile impiegare anche l'argento, mentre lo zinco poteva essere sostituito con lo stagno.

Il lavoro che lo portò allo sviluppo della pila ebbe iniziò da una disputa che lo scienziato ebbe con Luigi Galvani; quest'ultimo aveva scoperto che il passaggio di corrente attraverso una zampa di rana ne provocava la contrazione dei muscoli ed aveva associato quindi l'elettricità ai tessuti animali. Volta tuttavia non fu affatto convinto dall'ipotesi di un'elettricità propria del tessuto animale ed anzi sospettò che l'origine fosse invece da ricercarsi nei diversi metalli utilizzati per sorreggere e tendere la zampa della rana. Progettò così una serie di esperimenti con cui dimostrò che non occorreva alcun tessuto animale per generare la corrente ma era sufficiente mettere insieme diversi metalli e un opportuno sistema per veicolare l'elettricità. Dopo aver provato varie combinazioni e averli testati, pare, anche sulla propria lingua, Volta creò il primo generatore di energia elettrica che chiamò, senza troppa fantasia, pila, per via della disposizione dei vari elementi.

Nel settembre 1801 Volta ebbe l'onore di presentare la sua innovativa invenzione direttamente a Napoleone Bonaparte; al colmo dell'entusiasmo e dell'ammirazione, il futuro imperatore propose per lo scienziato gli onori della medaglia d'oro e lo nominò membro straniero dell'Institut de France garantendogli una cospicua donazione ed un generoso vitalizio.

23 Marzo

- “...a volte li ho immaginati (i gas inerti) come tipi solitari, tagliati fuori, desiderosi di un legame. Era il legame, il legame con altri elementi, assolutamente impossibile per loro?”

Oliver Sacks, Zio Tungsteno

Fino al 23 Marzo 1962 la risposta a questa domanda era affermativa, tanto che i gas nobili venivano chiamati anche gas inerti; in quella data però un chimico che lavorava all'Università della Columbia Britannica a Vancouver dimostrò il contrario.

Neil Bartlett stava lavorando con l'esafluoruro di platino (PtF₆) quando una mattina notò un precipitato arancione all'interno dell'apparecchiatura. Notando un piccolo foro nell'apparato ipotizzò che si fosse prodotta una reazione con l'aria, e le analisi confermarono che il prodotto ottenuto era O₂PtF₆, ossia sorprendentemente una molecola di ossigeno era stata ossidata con perdita di un elettrone.

Il chimico non si fermò qui e notando che l'energia di ionizzazione dell'ossigeno era simile a quella dello xeno chiese ai suoi colleghi “un po' di xeno per provare alcune reazioni”; racconta Bartlett che di fronte a questa richiesta lo guardarono divertiti e fecero beffe di lui.
La derisione si trasformò però ben presto in enorme rispetto quando fu ottenuto un solido giallo-arancio, l'esafluoroplatinato di xeno (in realtà una miscela di vari prodotti tra cui [XeF]⁺[PtF₅]⁻). Questo è stato il primo composto ottenuto a partire dai gas del gruppo 18 che da allora si chiamano solamente nobili e non più inerti.

29 Marzo

- “...ricordo che una volta il povero Alberto Serri capitò sotto l'esame di Nasini.
«Dica un po' lei, il carbonato di calcio è solubile nell'acqua?»
E Alberto pronto: «Sissignore!»
«Ecco allora torni a ottobre, quando l'Arno certo avrà sciolto il Ponte Solferino.

ASTIANATTE, tratto da “Ritorno a Pisa”

L'aneddoto, che con varie sfumature o ponti che variano da regione a regione viene riproposto spesso nei corsi di chimica, si deve al professor Raffaello Nasini che tra il 1906 e il 1922 ha occupato la cattedra di chimica generale all'Università di Pisa.

Il chimico italiano fu tra gli allievi più brillanti di Stanislao Cannizzaro a Roma e di Hans Landolt a Berlino prima intraprendere la carriera universitaria a Padova e in seguito a Pisa da dove, per primo, ha iniziato lo studio dei soffioni boraciferi nella zona di Larderello, continuando inoltre a lavorare sulla relazione tra composizione e proprietà fisiche dei composti organici.

Ricevette due lauree “ad honorem” a Cambridge e Glasgow, inoltre nel 1929 fu nominato Senatore del Regno ed a lui è dedicato il premio della Società Chimica Italiana per i chimici al di sotto dei 40 anni che si siano distinti nello studio e nello sviluppo della chimica inorganica.

Il chimico italiano è scomparso il 29 Marzo 1931.